Sara Dossena/ Delia Sclabas multidisciplinarietà come si concilia con il fondo ed ev il mezzofondo

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  1. Captain Ahab
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    Salve a tutti
    Poniamo subito un punto fermo: niente vale per la corsa come una corsa.
    Nessun altro sport ha le caratteristiche che si sovrappongono esattamente a quelle della corsa.
    Detto ciò, ci sono situazioni e casi particolari in cui la multidisciplinarietà è consigliata, talvolta diventa quasi una scelta obbligata, come nei casi di infortuni cronici.
    La continuità degli stimoli allenanti è fondamentale per il miglioramento. Talvolta questa continuità può essere ottenuta solo riducendo il volume degli allenamenti di corsa e rimpiazzandoli, almeno in parte, con altre attività.
    La Dossena risentì in passato di infortuni gravi e proprio il triathlon le diede la possibilità di uscire da questo empasse. E' arrivata a correre la maratona in meno di 2h 30', riuscirà a migliorarsi ancora pur con l'idea di portare avanti 3 sport? Chi lo sa.
    Però, ad esempio, nessun allenatore di ciclismo consiglierebbe ad un proprio atleta, almeno durante la stagione agonistica, di sostituire una uscita di bici con una di corsa. Perchè? Perchè la specificità paga sempre e perchè, grossolanamente parlando e semplificando al massimo, non essendo il ciclismo uno sport traumatico, più km fai e più vai forte. L'unico limite è il recupero tra gli allenamenti.
    Poi bisogna anche chiarire che cosa si intenda con multidisciplina.
    Cioè sì, la Dossena è una triatleta ma nell'ultimo periodo si è concentrata sulla corsa e seppur abbia continuato ad alternarla con la bici, sono convinto che in quest'ultima non cercasse "la prestazione". La bici è diventato solo un modo per sostituire alcuni tra gli allenamenti meno specifici della settimana (i lenti) con qualcosa che non andasse a traumatizzare ulteriormente i suoi tendini/ossa
     
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49 replies since 7/11/2017, 11:04   985 views
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