Sara Dossena/ Delia Sclabas multidisciplinarietà come si concilia con il fondo ed ev il mezzofondo

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  1. Luc Califfo
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    1) io non mi faccio impressionare dai fenomeni giovanili, quasi sempre si perdono per strada. noi italiani siamo maestri in questo ma anche all'estero ci sono fenomeni di sto tipo. per dire una che mi viene in mente al volo, la hinriksdottir faceva 2'00.49 già a 17 anni, oggi ne ha 21 e sta ancora a 2'00.05.

    2) in altra sede stiamo parlando della dossena. ho seguito il suo allenamento e avevo predetto 2h29 alto e così è stato. in una gara piatta può valere qualcosa meno.
    lei ha iniziato a pedalare e nuotare perchè nella corsa si spaccava sempre. quindi PER LEI sta strategia (minimizzare a 110km/sett la corsa e integrare con bici e nuoto) funziona.
    ma non me la sentirei di proporla a kipchoge :D
    la cosa ha avuto molta rilevanza mediatica, il triathlon è una moda, anche fra i master... ora per 30 anni ci sorbiremo l'esempio della dossena per generalizzare l'efficacia della "multidisciplinarietà".

    3) certo che se in atletica ci alleniamo male, spacchiamo gli atleti, roviniamo i talenti giovanili, allora la multidisciplinarietà può aiutare gli atleti a scappare dalle grinfie di allenatori e concetti di corsa sbagliati. ad esempio quelli che "facciamo milioni di balzi e saltelli per la tecnica di corsa"... ecco, pedalando e nuotando ti salvi da ste cazzate.
    però se allenassimo bene la gente nella corsa, credo proprio che le prestazioni sarebbero migliori rispetto alla multidisciplina. in finale la bici ha una meccanica completamente diversa dalla corsa, per non parlare del nuoto.
    e non dimentichiamo che la fiacconi a NY fece 2h25...
     
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49 replies since 7/11/2017, 11:04   985 views
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